Il Circolo della zampogna di Scapoli dopo decenni di appassionato lavoro per la riscoperta e la salvaguardia dello strumento simbolo della cultura del nostro paese rischia di essere sfrattato.
Il “Circolo della zampogna” di Scapoli è un’associazione culturale di notorietà e riconoscimento a livello nazionale e internazionale con al suo attivo un impegno e un’esperienza ultratrentennali nella salvaguardia dello strumento musicale con la sacca e del patrimonio storico e culturale ad esso connesso, declinati anche in chiave di promozione del territorio non solo di Scapoli e dell’alta valle del Volturno ma dell’intera provincia a partire dal capoluogo, nonché della regione stessa. In una visione del territorio che va oltre il campanile, tra le tante iniziative attuate ( o alle quali ha partecipato) al di fuori dei confini regionali, il Circolo ha collocato ad Isernia, nel corso degli anni, una serie di iniziative che vanno dall’allestimento di una mostra temporanea di zampogne e cornamuse presso il Palazzo della Provincia, l’apertura, presso l’Aula Magna dell’Unimol, di tre edizioni del Festival Internazionale di Scapoli con l’esecuzione in prima assoluta degli innovativi concerti per zampogna e orchestra d’archi, la presentazione della rivista Utriculus e una conferenza ( presso l’Auser) sulla storia dello strumento musicale. Nello stesso modo di intendere la promozione e la valorizzazione del patrimonio culturale, ha quindi aderito, fin dall’inizio al progetto dell’utilizzazione dell’ex Lavatoio di Isernia da parte di un gruppo di associazioni cittadine, organizzando presso tale struttura, in particolare, due concerti di musica di tradizione orale, rispettivamente con la partecipazione del molisano Giuseppe Spedino Moffa e della lucana Daniela L. Ippolito, due riconosciute eccellenze nel loro campo. Ha sostenuto inoltre diverse iniziative tra le tante attuate presso la struttura dalle associazioni assegnatarie. Spiace pertanto e crea sconforto apprendere che l’amministrazione comunale ha deliberato la revoca della concessione della struttura stessa per farne la ‘casa del merletto’ in vista dell’iscrizione dell’arte del tombolo nella Lista del patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
Spiace altresì constatare che, invece di ampliare la sfera dei diritti e della partecipazione dei cittadini alla tutela e alla gestione del patrimonio culturale così come sancito anche in importanti strumenti legislativi quali le Convenzioni Unesco sulla diversità culturale e sulla salvaguardia del patrimonio culturale materiale e immateriale e la Convenzione di Faro – tutte ratificate dal Parlamento italiano e facenti quindi parte del nostro ordinamento – in luogo di comporre le diverse istanze e aspettative le si contrappone, togliendo ad alcuni per dare ad altri, senza che si sia dato conto, per dovere democratico, di aver esperito tutto quanto necessario a condividere e a far condividere la soluzione migliore.
A titolo personale e come associazione che rappresento auspico pertanto che, considerata anche la povertà di strutture a cui le varie espressioni socio culturali della città possono accedere, l’amministrazione comunale voglia soprassedere dal portare a compimento il proposito della revoca effettuando una ricognizione di tutte le strutture di sua proprietà tra le quali individuare una sede, per la casa del merletto e se del caso anche per le associazioni, più consona ed ottimale. (da: Antonietta Caccia)
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