Sos tumbarinos sono i tamburini che animano il paese di Gavoi, comune della provincia di Nuoro, durante la manifestazione del carnevale.
Il tamburo (tumbarinu ‘e Gavoi), attestato a Gavoi assieme al piffero (detto anche pipiolu) già dal 1829, è oggi quasi scomparso negli altri paesi della Sardegna. [1] In questo caso parliamo di uno strumento musicale che risulta essere la vera maschera e il vero protagonista di questo carnevale barbaricino. Uno strumento il cui suono (su sonu) echeggia e ricorda la storia e il passato. Durante il carnevale la comunità ballava e si divertiva attraverso il ballo sardo, elemento immancabile delle feste, il concerto del coro e il suono degli strumenti musicali tipici quali appunto il tamburo e le launeddas.
Tutto inizia nella giornata del giovedì grasso, detto zobia lardazzola. I sonadores escono dai rioni del comune per riunirsi in piazza. Lì inizia la vera festa con canti e balli. La notte del martedì grasso si chiude su carrasecare con su Zizarone, il fantoccio che raffigura il re del carnevale, gettato al rogo.