(Segue… dalla puntata precedente)
Paragrafi tratti dal bizzarro libro L’eccellenza della lingua napoletana con la maggioranza alla toscana, pubblicato a Napoli nel 1662 ad opera di un anonimo “Partenio Tosco, accademico lunatico”
***
Passiamo innanzi a spiegare i nomi degli habiti, de’ quali si serve l’uomo per ricoprirsi, e pur si vedrà chiaro l’improprietà di questi: e per cominciare dalli piedi, per ispiegare i toscani quel che li cuoprono, dicono le pianelle, con questa sola proprietà, perché sono piane; ma è più proprio dire li chianielli, perché cuoprono i piedi, di genere mascolino. E però, quei che noi diciamo pedali essi dicono calcetti, e non calcette, essendo in oltre, maggior proprietà nella voce pedali, coprendo i piedi, che calcetti, che derivano dal calcio, che è l’effetto del piede, non già il piede. Quelle che coprono le gambe le chiamano calze, e noi dichiamo cauzette, per corrispondere a’ calzoni (cauzoni), superando le calzette nel nome per la grandezza maggiore, con che ricuoprono.
(traduzione italiana)
Andiamo avanti per spiegare i nomi degli abiti, di cui si serve l’uomo per ricoprirsi. E si vedrà, anche in questo caso, quanto la lingua napoletana sia più efficiente di quella toscana. Cominciamo dai piedi. I toscani, per spiegare ciò che li coprono, dicono pianelle, con questa sola logica: sono piane. Ma è più corretto dire i pianelli, perché – ricoprendo i piedi – appartengono anch’essi al genere maschile. Quelli che noi diciamo pedali essi li chiamano calcetti, e non calcette. La nostra voce è più appropriata: perché copre i piedi! Mentre calcetti (che deriva da calcio) non ha a che fare col piede ma con l’effetto dello spingere il piede. Quelle che coprono le gambe le chiamano calze, mentre noi le diciamo cauzette (cazette), per attenerci alla parola calzoni (cauzoni), che sono più grandi delle calzette, e che le ricoprono.
(Il seguito… alla prossima puntata!)