I nuovi linguisti
Così come da definizione, un linguista è uno studioso che si occupa di una o più lingue con metodo scientifico. Uno dei suoi fini è cercare di raggiungere una possibile “perfezione scientifica” fra i suoni di una lingua e la sua ortografia. Ma tutti sappiamo che la ricerca non ha un punto di arrivo! Quindi è ovvio che più passeranno gli anni più troveranno e proporranno nuove soluzioni.
Finora è stato quasi accettato all’unanimità (per risolvere i problemi con le crasi, le fusioni di più vocali), l’utilizzo dell’accento circonflesso, cioè una piccola v capovolta posta sulle vocali: haje → hê.
Ma va da sé che potrebbero arrivare anche le proposte per sostituire una volta per tutte i vari digrammi (ch, ci, gh, gi, gl, gli, gn e sc) con le lettere di altri alfabeti. Come, ad esempio, la tilde spagnola sulla n per il digramma gn (sogno → soño), l’háček slava sulla s per il digramma sc dolce (scarpa → šcarpa), ecc.
Ma qualcuno – per raggiungere la precisissima uniformità fra il parlato e lo scritto – potrebbe arrivare a proporre la sostituzione del nostro intero alfabeto con quello dell’API (Alfabeto Fonetico Internazionale).
E così avremmo la lettera k al posto di ch (chiuso → kiuso).
La lettera ʧ al posto di ci (ciao → ʧiao).
La lettera g al posto di gh (ghianda → gianda).
La lettera ʤ al posto di gi (giostra → ʤiostra).
La lettera ʎ per gl (miglio → miʎo).
La lettera ɲ al posto di gn (sogno → soɲo).
La lettera ʃ al posto di sc dolce (scivolo → ʃivolo).
Quindi, ci si chiede…
È più sensato avere un’ortografia che cambia ogni volta che avviene una nuova scoperta oppure è più sensato imporre uno stop alle nuove proposte linguistiche?
Ecco l’importanza dell’avere un’Accademia della Lingua Napoletana.
Ai posteri l’ardua sentenza!