Lezione 16 – Particelle pronominali

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(Segue… dalla puntata precedente!)

1880 – Quasi come segno di ribellione… nasce la canzone classica napoletana. Con canzone “classica” (classico significa “il meglio che c’è”) si intende quella canzone scritta in una lingua dai suoi “migliori poeti e musicisti”. Napoli è l’unica città al mondo ad avere una “canzone classica”.

A “capo” di quei poeti c’era Salvatore Di Giacomo, ben presto tutti gli altri si allineano ben volentieri al modo di scrivere del “maestro”. Grazie alla canzone classica napoletana la nostra lingua viene conosciuta a livello mondiale.

1939 – Iniziano le prime trasmissioni sperimentali della EIAR, la TV nazionale italiana. Continua l’espansione della lingua toscana/italiana, a danno delle lingue minoritarie.

1945 – Arrivano gli americani a liberarci e con la liberazione ci portano anche la loro cultura. Tanti giovani napoletani si innamorano delle nuove tendenze musicali (rock, pop, ecc.). Inizia, quindi, un allontanamento dalla nostra canzone e dalla nostra lingua.

1954 – Partono ufficialmente le trasmissioni televisive della TV nazionale italiana, adesso ribattezzata RAI. Inizia la vera divulgazione di massa della lingua italiana. Tanti giovani napoletani si innamorano delle canzoni in lingua italiana. Quindi prosegue quell’allontanamento dalla nostra lingua. Il “martellamento” anti dialetto incalza. Inconsciamente cresce un rifiuto della propria lingua madre. I napoletani della piccola e della media borghesia si vergognano di parlare in napoletano.

1968 – La famosa rivoluzione del ’68 causa quasi una scissione fra il vecchio e il nuovo. Nel “vecchio” c’è anche la canzone classica napoletana, nel nuovo ci sono gli Osanna, la Nccp, Pino Daniele, i fratelli Bennato, ecc.

(Il seguito… alla prossima puntata!)